DOMANDE E RISPOSTE

FAQ

Abbiamo riunito alcune delle domande che ci vengono più frequentemente poste nell’ambito dell’automazione industriale e dell’installazione elettrica industriale.

Vi invitiamo a contattarci per qualsiasi quesito, i nostri consulenti sono a vostra completa disposizione indicarvi la migliore soluzione che si adatta alle vostre esigenze.

Media Tensione

Fare manutenzione alle cabine elettriche significa intervenire per mantenerle in stato di sicurezza ed efficienza tali da prevenire guasti. La manutenzione delle cabine elettriche, di fatto, non ha la sola finalità di “evitare l’insorgere di guasti […] ai componenti dei relativi impianti elettrici e delle relative strutture” – come cita la prefazione della Norma CEI 78-18 – ma soprattutto è volta alla sicurezza delle persone: quali sarebbero le conseguenze di una mancata apertura di una cella MT in caso di emergenza a causa di un blocco meccanico o dell’interruzione del circuito di sgancio.

La Norma CEI 016 ha lo scopo di definire i criteri tecnici per la connessione degli Utenti alle reti elettriche di distribuzione con tensione nominale in corrente alternata superiore a 1 kV fino a 150 kV. Le soluzioni tecniche indicate rappresentano lo stato dell’arte attualmente praticabile.

Soluzioni alternative rispetto a quelle indicate nella norma , in grado di ottenere le stesse prestazioni in termini di affidabilità e di sicurezza, possono essere praticate a condizione che siano preventivamente accettate dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (nel seguito ARERA) su proposta di un’apposita Commissione
Tecnica costituita in accordo con la stessa ARERA in seno al CT 316.

La Norma CEI 0-21 indica all’art. 6.3 che per richieste di potenza superiore a 100 kW è facoltà del Distributore proporre la connessione in Media tensione.

Una Cabina Elettrica in Media Tensione costa tra i 50.000 e gli 80.000 Euro fino alla sua attivazione.

Essa è una costruzione e come tale dev’essere progettata, autorizzata, accatastata, fornita di impianti sezionatori, trasformatori, quadri, ecc. e collegata a servizio della struttura del cliente o utente privato che l’ha costruita.

La manutenzione va eseguita in accordo con la norma 78-17 e il manuale delle apparecchiature installate in cabina, quindi la periodicità e variabile a seconda dell’impianto. Mediamente comunque e minimo ogni 12 mesi.

La norma 78-17 elenca per ogni tipo di apparecchiatura presente in cabina una serie di verifiche e operazioni da eseguire al fine di verificarne il corretto funzionamento .

I risultati di tali operazioni vanno poi comparati con i dati tecnici dei vari prodotti e riportati sul LIBRETTO DI IMPIANTO che deve essere disponibile su richiesta delle autorità competenti.

Trasformatori

Per la produzione dei trasformatori di media tensione, da Luglio 2021 ci sarà un nuovo step per il regolamento Ecodesign già in essere.

I trasformatori, sono soggetti già dal 2015 al ben noto REG. UE 548/2014 e UE 2019/1783 e Direttiva 2009/125/CE di seguito riportati. Il regolamento, già nella versione originale del 2014 prevedeva due fasi: la prima obbligatoria dal 2015 e la seconda che sarà appunto obbligatoria da Luglio 2021.

Nella prima fase, per ogni potenza fino a 630 kVA erano presenti due livelli di efficienza consentiti (A0Bk-A0Ak), mentre per le restanti potenze fino a 3150 kVA, era presente un unico livello di efficienza consentito (A0Ak).

Nella seconda fase, subentrerà un nuovo livello di efficienza energetica che sarà unico ed obbligatorio per tutte le taglie e si chiamerà A0Ak.

Non c’è un parametro specifico per la scelta del tipo di trasformatore da acquistare, dipende principalmente dal progetto che si farà in base alle richieste del cliente. Dipende inoltre dal luogo nel quale verrà installato (esempio all’interno o all’;esterno), dal  paese di installazione, nonché dal tipo di impianto che andrà ad alimentare (es.: fotovoltaico, alimentazione forni, ecc.)

I trasformatori, prima di essere immessi sul mercato, sono tutti sottoposti a collaudo secondo le modalità previste dalla norma CEI EN 60076-11.

A parità di normativa vigente, le perdite di un trasformatore in olio sono inferiori sia a vuoto che a carico rispetto a una macchina in resina di pari potenza .

Esempio :

  • 1250 kva in olio perdite a vuoto 855 W perdite a 75° 9500 W
  • 1250 kva in resina perdite a vuoto 1620 W perdite a 120° 11.000 W

Rifasamento

Rifasare un impianto elettrico porta ad evitare di pagare la penale sull’energia reattiva che viene assorbita dal proprio impianto per il funzionamento dei macchinari.
Un basso fattore di potenza richiede di sovradimensionare l’impianto e aumenta le perdite.

I vantaggi sono molteplici rifasando l’impianto :
– Riduce le penali
– Migliora la qualità della tensione e la resa dei carichi collegati

Il rifasamento influisce sull’efficientamento in quanto :
– Riduce la corrente totale prelevata aumentando le potenzialità dell’impianto;
– Diminuisce lo stress termico dei componenti diminuendo costi manutenzione

Se un’azienda ha un sistema di monitoraggio dei consumi energetici che garantisce un’analisi e ottimizzazione delle risorse, la centrale di rifasamento dotata di RS 485 con protocollo modbus può far rientrare il prodotto acquistato tra i beni di cui all’allegato A, legge 11 dicembre 2016, n. 232 – ex Iperammortamento.

Con questa autodichiarazione si certifica che il prodotto ha le caratteristiche tecniche per rientrare nel piano di Industria 4.0.

Gruppi Elettrogeni

Scegliere di noleggiare i gruppi elettrogeni è molto spesso legato al periodo di utilizzo. Spesso chi utilizza gruppi elettrogeni lo fa per periodi di tempo limitati.

Gruppo Elettrogeno in servizio continuo: il gruppo elettrogeno va ad alimentare direttamente un’utenza in alternativa alla rete elettrica.

Ad esempio:

  • alimentazione di utenze poste in luoghi non raggiunti alla rete elettrica come: ripetitori radio, baite in montagna, ecc.;
  • alimentazione di carichi temporanei o di nuova installazione di potenza eccedente la potenza disponibile della rete elettrica (nuove macchine industriali o motori elettrici particolarmente grandi, ecc.);
  • sospensione del servizio della rete elettrica per qualsiasi motivo.

Gruppo Elettrogeno in emergenza: dovrà funzionare in soccorso alla rete elettrica, intervenendo solo quando questa viene a mancare. In questo caso si dovrà tenere conto di due aspetti molto importanti:

  • se il carico è in grado di tollerare l’assenza di alimentazione dell’ordine da qualche minuto a qualche ora, si potrà optare per la commutazione manuale, ovvero la commutazione sarà
    effettuata manualmente da un operatore agendo su un commutatore posto in un quadro di scambio manuale;
  • se il carico non consente buchi di alimentazione dell’ordine dei minuti, sarà necessario prevedere un quadro di commutazione automatica che commuti automaticamente dalla
    rete elettrica al generatore.

Gruppo Elettrogeno in parallelo: un generatore in emergenza da collegare in parallelo al gruppo elettrogeno stesso, nel caso in cui il carico da alimentare non possa
in alcun modo tollerare la possibilità dell’assenza sia della rete elettrica che del gruppo elettrogeno (ospedali, grandi concerti, manifestazioni sportive che coinvolgono decine di migliaia di persone).

Gruppi di continuità o UPS

Lo scopo di un gruppo di continuità o UPS è di mantenere l’alimentazione di tutti i dispositivi in caso di mancanza di tensione di rete, evitando di perdere continuità lavorativa.

Le principali caratteristiche tecniche dei CPS differiscono dagli UPS per:

  • le batterie hanno una vita attesa dichiarata di 10 anni e devono garantire le prestazioni a autonomia fino alla fine della loro vita utile;
  • i CPS sono equipaggiati di un sistema di protezione delle batterie contro la scarica profonda;
  • il caricabatterie potenziato, in grado di caricare fino all’80% le batterie completamente scariche in circa 12 ore;
  • l’inverter può alimentare permanentemente il 120% del carico massimo per tutta la durata nominale ed essere protetto contro eventuali cortocircuiti in uscita .